LA SOCIETA'
Le commedie e le tragedie di Shakespeare principalmente trattavano dell’uomo come unità sociale; abbiamo bisogno quindi di qualche conoscenza dell’organizzazione sociale del tempo.
Il sovrano:Al vertice della società c’era la regina, inaccessibile alle persone normali.
la nobiltà:Dopo il sovrano nell’ordine sociale veniva la nobiltà. I suoi membri trascorrevano una vita pubblica di lusso, con grandi poderi e tanti servi. Servivano lo stato a loro spese, come ambasciatori, generali sul campo, e ospiti della regina. Erano patroni dell’arte e supportavano poeti, musicisti e artisti nelle loro famiglie. Shakespeare incluse “Earl of Southampton” e Lord Chamberlain fra i suoi protettori.
I cavalieri:Dopo la nobiltà nella catena venivano i cavalieri. Un uomo era fatto cavaliere dal sovrano in persona o da un suo portavoce, come il generale in una campagna. I cavalieri erano i gentiluomini, uomini di buona nascita che possedevano qualche terra e quindi non necessitavano di essere impiegati in un lavoro. Lo studio della legge, dell’etica e della storia formavano il primo obbiettivo dell’educazione generale di un gentiluomo, poiché dovevano aiutare i loro vicini più poveri nei doveri pubblici, come magistrati o membri della “Lower House of Parliament”.
Piccoli proprietari terrieri:L’età dei tudor vide l’avanzare degli yeomen, contadini o mercanti, che avevano successo nel comprare terre, e nel costruire industrie come carbone, ferro e lana. Questo era un periodo di costruzioni; gli yeomen costruirono le caratteristiche case “half timbered” , ancora visibili oggi. Nonostante la severa gerarchia dello stato, la mobilità sociale era comune e potevano diventare gentiluomini.
I poveri:Quanto ai poveri, le loro condizioni di vita diventarono anche peggio quando molti posseditori terrieri scoprirono che potevano fare più soldi dalle pecore allevate piuttosto che coltivando e sfruttando la terra comune del villaggio. C’era una tal paura dei disoccupati senza casa che “la legge dei poveri” fu approvata in parlamento nel 1601. Mendicare era proibito e i vagabondi erano puniti fuori dal proprio villaggio.
La situazione familiare:La vita familiare era totalmente diversa da oggi. Il padre era il capo della famiglia e il suo governatore. Il suo potere e la sua autorità erano riconosciuti come parte dell’ordine sociale. Le donne avevano pochi diritti su loro stesse. Col matrimonio, i beni e le ricchezze della donna passavano al possesso del marito. C’era anche un altro lato oscuro della vita matrimoniale: molte donne morivano di parto, poiché la media delle donne partorivano tra 8 e 15 figli. La mortalità infantile era molto alta e la fanciullezza durava poco, poiché sia i bambini ricchi che quelli poveri prendevano i ruoli di adulto presto.
LA CATENA DELL’ESSERE (PAG.B12-B13)
I tudor ereditarono dalla visione mondiale medievale un sistema di credenze basate su un concetto generale di ordine. Disegnavano l’ordine universale in tre principali forme: una catena, una serie di piani corrispondenti, e una danza cosmica.
La catena:La catena tesa da dio al centro degli oggetti inanimati e di ogni piccola parte della creazione era un collegamento nella catena. Prima c’erano la classe degli oggetti inanimati: gli elementi, i liquidi e i metalli. Poi c’era la classe dei vegetali. dopo c’era la classe degli animali che portava all’uomo, che aveva non solo l’esistenza, la vita e le emozioni ma anche la comprensione. Infine c’erano gli angeli, collegati agli uomini attraverso la comunità della comprensione, ma liberi dall’attaccamento alle facoltà minori. La posizione dell’uomo era estremamente interessante. Data la sua doppia natura di materia e spirito, aveva l’unica funzione di tenere uniti insieme tutte le creazioni. Gli “elizabettiani” erano più che altro interessati alla natura umana, in particolare al conflitto tra passione e ragione.
I piani corrispondenti: La seconda immagine del solito mondo consistette in un numero di piani, organizzati uno dietro l’altro in ordine di dignità ma connessi da una rete di corrispondenze. I diversi piani erano divini e angelici, l’universo o il macrocosmo, il corpo politico, l’uomo o il microcosmo e le creazioni più basse.
Danza cosmica: L’idea della danza cosmica era connessa alla nozione che l’universo creato era esso stesso in uno stato di musica, di perpetua danza. Come la nozione statica di grado, la danza alla musica è ripetuta sui diversi livelli dell’esistenza: gli angeli danzano sulla musica del paradiso; i pianeti e le stelle danzano sulla musica delle sfere nelle quali sono fissate; le cose terrestri naturali copiano la danza planetaria, per esempio, il mare danza in obbedienza alla luna. L’intero universo era governato dal volere divino; la natura era strumento di dio, la gerarchia sociale un prodotto della natura. Ne seguiva che subordinazione e unità erano le regole naturali per lo stato, “un corpo politico” che avrebbe dovuto essere soggetto ad un’ unica testa. Perciò la regina diventò simbolo di stabilità e unità. L’equità comune era la corrispondenza stabilita tra il disordine nel paradiso e la discordia civile nello stato. Gli elizabettiani erano ossessionati dalla paura del caos e dal fatto della mutabilità; per loro il caos significava l’anarchia cosmica prima della creazione. Le corrispondenze erano usate con lo scopo di domare un mondo dinamico e mutevole, Un’atmosfera era stata creata senza sosta da un’agitazione politica e religiosa, da scoperte geografiche e nuove ricchezze. Il vecchio ordine era seriamente indebolito dalle influenze culturali, come le idee di Niccolò Copernico, che creò un nuovo modello eliocentrico del sistema solare nel quale la terra non teneva più il posto centrale. Il senso del dubbio e dell’ambiguità, crescendo dal contrasto fra nuove e vecchie idee, era rinforzato dal flusso dell’opinione rinascimentale sulla condotta dell’individuo. Le nuove condizioni favorirono l’idea dell’ auto-sviluppo attraverso azioni e il nuovo secolo era per consolidare questa pragmatica prospettiva.
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