GIOTTO
L’inizio di una nuova pittura
Il primato artistico: Giotto fa un salto di qualità rispetto alla scuola bizantina grazie all’espediente del recupero della realtà, sia nello spazio, nella luce, nelle forme e nei sentimenti umani. Utilizzò lo scorcio delle figure e la prospettiva architettonica per rendere la profondità spaziale nell’opera. Le figure di Giotto manifestano le proprie emozioni e le forme diventano autonome grazie a un utilizzo particolare della luce e del chiaroscuro.
Le storie di san Francesco ad Assisi
Una storia sacra contemporanea: registro più basso: in questo registro vi sono raffigurati 28 episodi della vita di san Francesco ispirati a un libro scritto da un intellettuale del tempo, ma anche alla tradizione orale e iconografica del periodo. Questo registro aveva l’intento di glorificare il santo e allo stesso tempo aveva anche uno scopo catechetico, poiché voleva costituire un canone per le rappresentazioni francescane successive. Nelle Storie viene interpretato il personaggio come un uomo dalla grande spiritualità ma concreto staccandosi dal misticismo che aveva influito particolarmente sui frati spirituali. Registro basso e alto a confronto: gli affreschi della vita di Francesco sono strettamente connessi con quelli della passione. Attraverso questo collegamento si voleva rendere un evidente parallelismo fra Cristo e Francesco.
Semplicità e realismo: organizzazione delle scene: le scene sono disposte in modo ordinato, inserite entro una finta loggia architettonica scandita da colonnine tortile decorate a mosaico reggenti un architrave con motivi a cassettoni. Per la prima volta viene introdotta un illusione pittorica dove lo spazio dipinto viene messo in relazione con quello reale. Caratteristiche stilistiche: nonostante ogni affresco rappresenti scene diverse, in tutti questi può notare una caratteristica peculiare dello stile Giottesco, il realismo. Nelle prime scene si notano composizioni semplici, sia nello studio dei personaggi che nell'ambientazione; nonostante la semplicità, le figure e i particolari tratti del quotidiano arricchiscono la scene di una chiarezza espositiva che connette la sfera del sacro con quella del reale(un esempio è il dono del mantello). In un altra area affrescata della chiesa, si può notare maggiormente l'importanza dello studio anatomico dei personaggi che gli è servito per naturalizzare maggiormente la scena con espressioni appropriate in un determinato contesto( un esempio è la rinuncia agli averi). L'attenzione al reale è evidente nel presepe del Greggio dove in un contesto ecclesiastico sono rappresentati personaggi del clero. Per concludere tutti gli episodi sono rappresentati come fatti contemporanei, e cercando in ogni affresco un evoluzione realistica per arrivare quasi a un realismo assoluto, in ogni accezione nel contesto( dai personaggi all'ambientazione nel contesto).
La cappella degli Scrovegni a Padova
Una cappella come voto: la cappella degli Scrovegni è completamente affrescata da Giotto ed è considerata il suo massimo capolavoro. Fu costruita su volere di Enrico Scrovegni per espiare il peccato di usura che ricadeva sulla sua famiglia a causa del padre. Struttura: è formata da un unico vano voltato a botte e da un abside; sul lato destro sono presenti sei monofore. La struttura architettonica fa pensare ad un ideazione di Giotto stesso poiché è sviluppata in funzione della pittura ad affresco.
La storia di cristo attualizzata:programma iconografico: la decorazione prese avvio dall'alto con un cielo stellato poi si prosegue con due fasce decorative. Le pareti sono suddivise in quattro registri da finte cornici e le scene sono separate a destra dalle finestre e a sinistra da fasce decorative. La narrazione dell'antico e del nuovo testamento occupa tre registri e nel registro inferiore delle pareti vi sono decorazioni come un finto zoccolo di marmi variopinti con nicchie che ospitano personificazioni di virtù e vizi. In questa cappella la storia di cristo diventa ancora più concreta di tutte per sottolineare l'attualità del messaggio evangelico con ambienti, arredi e paesaggi e vesti tipici del trecento.
Spazio reale, espressioni vere: novità stilistiche: in questa cappella che è la sua massima opera si nota un Giotto notevolmente maturato rispetto ad Assisi, sia nella tecnica dove si può notare una maggior attenzione nella sfumatura, soprattutto nei personaggi, ma anche nell'uso del colore che ricopre un area cromatica molto più vasta e viene usato anche in maniera più intensa. La resa spaziale è più accurata, maggiormente realistica e ciò si può notare anche grazie all'inserimento all'interno dei palazzi di alcuni personaggi. Un'altra particolare fondamentale sono i sentimenti trasmessi dagli sguardi dalle posture delle figure che trasformano le espressioni in espressioni vere quasi vive. Le ultime scene sono leggermente diverse, presentano situazioni più semplici con la mancanza di elementi architettonici, diventano però più essenziali e incisive proprio perché devono terminare il ciclo.
La maturità e le ultime opere
interventi in tutta Italia: Giotto nel suo ultimo periodo operò a Padova nel palazzo della regione, nuovamente ad assisi a Firenze per più volte dove realizzò la maestà ognissanti. Operò a Roma per lavorare a san Pietro e infine si recò a Napoli presso il re Roberto d’Angiò dove fu nominato pittore di corte.
I lavori di architettura: la più importante opera architettonica da lui diretta fu il campanile del duomo, proseguendo l’opera iniziata da Arnolfo di Cambio. Inoltre sempre a Firenze fu ingegnere capo del comune per la realizzazione delle mura e delle fortificazioni.
L’ultimo viaggio e la morte: nei suoi ultimi anni lavorò a Milano nel palazzo Visconteo e poi nel 1337 morì a Firenze, lasciando incomplete diverse opere.
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