FILOSOFIA: Kant, Critica della Ragion Pura riassunto.

Nonostante Kant respingesse lo scetticismo scientifico di Hume, ne condivideva invece lo scetticismo metafisico. Kant nella “critica ragion pura” si pone principalmente 4 domande:
1)come è possibile la matematica pura?
2)come possibile la fisica pura?
3)come è possibile la metafisica in quanto disposizione naturale?
4)come è possibile la metafisica con una scienza?
Nel caso della matematica e della fisica si trattava di giustificare una situazione di fatto, mentre per la metafisica si tratta in realtà di scoprire se esistano condizioni tali che possano legittimare le sue pretese di porsi come scienza.

L'eredità di Hume è molto importante, infatti Kant gli riconosce il merito di averlo risvegliato dal suo sogno dogmatico, mostrando che il principio di casualità non ha alcuna base soggettiva, e raccogliendo la sfida lanciata da Hume, intende mostrare che la conoscenza umana può essere universale e necessaria. Kant infatti è convinto che la conoscenza umana, e in particolare la scienza, offra il tipico esempio dei principi assoluti, pur derivando in parte dall'esperienza, la scienza presuppone anche alla propria base alcuni principi immutabili che sono i pilastri su cui essa si regge che sono chiamati:
Giudizi sintetici a priori: Connettono il predicato al soggetto, e ne dicono qualcosa di nuovo e non derivato dall'esperienza.
Giudizi analitici a priori: Il predicato dice ciò che è già contenuto nel soggetto, sono universali e necessari ma infecondi.
Giudizi sintetici a posteriori: Dicono qualcosa di nuovo del soggetto. Sono fecondi ma privi di universalità e necessità.
Secondo Kant i principi della scienza sono allo stesso tempo sintetici , ossia fecondi (secondo l'interpretazione empiristica), sia a priori, ossia universali (secondo la concezione razionalistica).

A questo punto Kant si trova di fronte al problema di dover spiegare da dove provengano i giudizi sintetici, dato che non derivano dall'esperienza. Kant risponde a questo quesito creando una nuova teoria della conoscenza, infatti egli fa la distinzione tra:
Materia della conoscenza – che è la molteplicità caotica e mutevole delle impressioni sensibili.
Forma della conoscenza – che è l'insieme di modalità fisse secondo cui la mente ordina le impressioni.
Kant infatti ritiene che la mente filtri attivamente i dati empirici attraverso forme che sono innate e comuni a tutti gli uomini.
Questa soluzione che Kant da al problema può essere considerata come una specie di rivoluzione copernicana, infatti c'è un ribaltamento dei rapporti tra soggetto e oggetto, e per la prima volta non è la mente che si modella in modo passivo sulla realtà, ma, al contrario, la realtà che si modella sulle forme a priori con cui percepiamo.
Con questa nuova ipotesi gnoseologica, viene da se la distinzione tra:
Fenomeno - la realtà che percepiamo, che è interpretata dalle forme a priori.
Cosa in sé - la realtà indipendente da noi e dalle forme a priori, e che quindi per noi rimane un incognita.

Kant articola la conoscenza in tre facoltà principali:
Sensibilità – facoltà secondo cui gli oggetti ci sono dati intuitivamente attraverso spazio e tempo (forme a priori)
Intelletto – facoltà attraverso cui pensiamo in dati sensibili tramite categorie.
Ragione – facoltà mediante la quale, andando oltre l'esperienza, cerchiamo di spiegare la realtà globalmente utilizzando le idee di anima, mondo e Dio.
Inoltre Kant divide la sua opera in due parti principali:
  1. Dottrina degli elementi – dove vuole mettere in luce le forme a priori, e questa a sua volta si divide in:
    1a)Estetica trascendentale – che studia principalmente lo spazio ed il tempo.
    1b)Logica trascendentale – che studia le forme a priori del pensiero discorsivo, anche questo diviso in analitica trascendentale ( che studia le categorie) e dialettica trascendentale (che studia le idee).
  2. Dottrina del metodo – che cerca di chiarire l'uso degli elementi a priori nella conoscenza.
*con trascendentale Kant non si riferisce agli elementi a priori, ma allo studio filosofico degli elementi a priori.

Dottrina degli elementi: estetica trascendentale.

In questa sezione della critica della ragion pura Kant esamina la sensibilità: secondo lui questa non è da ritenersi solamente ricettiva, ma anche attica poiché organizza il materiale delle sensazione tramite la forme a priori dello spazio e del tempo.

Per Kant lo spazio poteva essere inteso come forma del senso esterno (cioè quella forma a priori a fondamento di tutte le intuizioni esterne, e della loro disposizione) ed il tempo come forma del senso interno (cioè quella forma a priori che sta a fondamento dei nostri stati interno, e della loro successione). Per certi versi il tempo può essere inteso anche come forma del senso esterno poiché i dati di questo ci giungono solo attraverso il senso interno.

Inoltre Kant nella così detta “esposizione metafisica”,confuta le tre principali visioni dello spazio e del tempo avute fino ad allora:
-Empirismo: secondo cui spazio e tempo sono nozioni tratte dall'esperienza (Locke), Kant risponde che per fare esperienza spazio e tempo devono già esistere
-Oggettivismo: secondo cui spazio e tempo sono “contenitori” vuoti a se stanti (Newtown), Kant afferma che se spazio e tempo fossero recipienti vuoti per noi sarebbe difficile concepirne la loro resistenza autonoma.
-Concettualismo: secondo cui spazio e tempo sono concetti che esimono i rapporti tra le cose (Leibniz),Kant ribatte dicendo che spazio e tempo non possono essere concetti poiché hanno una natura intuitiva e non discorsiva.

Nell'esposizione trascendentale, Kant afferma che la geometria e l'aritmetica possono essere considerate scienze sintetiche a priori: sintetiche poiché ampliano le nostre conoscenze e a priori in quanto valgono indipendentemente dall'esperienza. Dunque la matematica può essere considerata universale e necessaria, poiché è a priori, e quindi valida per tutte le menti pensanti.

Dottrina degli elementi, logica trascendentale: analitica trascendentale.

Qui Kant indaga sull'origine e la validità oggettiva delle conoscenze a priori della ragione, quindi dei concetti puri (categorie). Categorie è un termine di origine aristotelica, ma qui assume solamente un valore gnoseologico-trascendentale. Kant ritiene che le categorie siano quei concetti basilari della mente che costituiscono le supreme funzioni unificatrici dell'intelletto. Stabilito che cosa sono le categorie Kant crea una tavola completa in cui le elenca.

A questo punto il filosofo si trova di fronte al problema di dover giustificare la validità e l'uso delle categorie, questo problema viene da lui chiamato “deduzione trascendentale”. Detto in altre parole Kant si chiede: che cosa ci garantisce, di diritto, che la natura obbedirà alle categorie? La sua risposta si articola nei seguenti punti:
  1. l'unificazione del molteplice deriva da un'attività sintetica che ha sede nell'intelletto (e non dal molteplice stesso.
  1. Kant identifica la suprema unità fondatrice della conoscenza con l'identica struttura mentale che accomuna gli uomini, che denomina io penso (che dovrà accompagnare tutte le mie rappresentazioni e senza la quale la rappresentazione di qualcosa non potrebbe essere pensata).
  2. L'attività dell'io penso si attua tramite i giudizi.
  3. I giudizi si basano sulle categorie, cioè le diverse maniere di agire dell'io penso.
  4. Quindi gli oggetti non possono essere pensati senza essere allo stesso tempo categorizzati.
Per sintetizzare si può dire che: dato che tutti i pensieri presuppongono l'io penso, e dato che l'io penso agisce tramite le categorie, di conseguenza tutti gli oggetti pensati presuppongono le categorie.

Studiando in che modo le categorie si applicano (schematismo trascendentale) Kant si chiede: se la sensibilità e l'intelletto sono due facoltà eterogenee, qual'è l'elemento mediatore che fa si che l'intelletto possa applicare alle intuizioni i propri concetti a priori? Kant risponde che dato che l'intelletto non può agire direttamente sulla sensibilità, agisce indirettamente per mezzo del tempo, quindi se il tempo influenza gli oggetti allora l'intelletto (poiché condiziona il tempo) può condizionare gli oggetti; questa facoltà è chiamata “immaginazione produttiva”. A questo punto Kant introduce il concetto di “schemi trascendentali”, che consistono in categorie calate, per così dire, nel tempo.

Adesso che abbiamo analizzato più approfonditamente la filosofia di Kant possiamo capire meglio perché ci si riferisce al suo lavoro con il termine “rivoluzione copernicana” infatti con Kant la natura (cioè la conformità a leggi di fenomeni) deriva non piè dall'esperienza ma dall'io penso e le sue forme a priori. Detto in altre parole l'ordine oggettivo della natura coincide con le condizione formali del soggetto, garante unico è ultimo di una conoscenza salda.
Dunque dato che le categorie considerate di per se sono vuote, possiamo dire che il conoscere non può estendersi al di la dell'esperienza.

Kant identifica la cosa in sé con il termine noumeno, che può essere espresso secondo due significati:
-senso positivo: il noumeno è l'oggetto di un'intuizione non sensibile (una specie di conoscenza extra fenomenica a noi preclusa)
-senso negativo: il noumeno è il concetto di una cosa in se, in questo caso il noumeno più che essere una realtà è un concetto limite oltre il quale non possiamo spingerci.

Dottrina degli elementi, logica trascendentale: dialettica trascendentale.

In questa seconda parte della logica trascendentale, Kant si chiede se la metafisica possa costituirsi come una scienza.
Per dimostrare l'infondatezza della metafisica Kant prende in considerazione le tre pretese scienze ( psicologia razionale, cosmologia razionale, e teologia razionale).

Kant dice che la metafisica è frutto della ragione a sua volta frutto dell'intelletto che, essendo la facoltà logica di unificare i dati sensibili tramite le categorie, è portato a voler pensare anche senza dati. Per essere più chiari, Kant ritiene che la nostra ragione mai appagata del mondo fenomenico cerca una spiegazione globale a ciò che esiste. Tant'è che la ragione è portata ad unificare:
  • i dati del senso interno mediante l'idea di anima.
  • i dati del senso esterno mediante l'idea di mondo.
  • i dati interni ed esterni mediante l'idea di Dio.
Secondo Kant l'errore della metafisica consiste nel trasformare queste tre esigenze (mentali) di unificazione dell'esperienza in altrettante realtà.

Quindi alla fine si può dire che Kant è non riconosce la metafisica tradizionale, ma accetta la metafisica scientifica che nella forma di una scienza dei principi a priori del conoscere o dell'agire.

4 commenti:

Orlando2998 ha detto...

E' fatto benissimo

Anonimo ha detto...

Grande! Molto utile. Thx

Anonimo ha detto...

Adoroooo ho capito tutto Kant, grazie!!!!

Anonimo ha detto...

Completo e preciso ! Grazieeeee