FILOSOFIA: Hegel: vita, opere, e pensiero.

VITA
Hegel nacque nel 1770 a Stoccarda. Seguì i corsi di filosofia e di teologia all'università di Tubinga dove strinse amicizia con Schelling. Evento storico molto influente nel suo pensiero fu la Rivoluzione francese. Terminati gli studi lavorò come precettore, dopo la morte del padre si recò a Jena, dove pubblicò il suo primo scritto, e dove nel 1805 divenne professore, in seguito nel 1808 acquisì il ruolo di direttore del ginnasio di Norimberga, nel 1816 professore di filosofia a Heidelberg, ed infine nel 1818 venne chiamato a lavorare all'università di Berlino, dove morì nel 1831.

OPERE PRINCIPALI
-Scritti Giovanili (1793-1800)
Consistono in un gruppo di scritti che risalgono al periodo giovanile di Hegel, scoperti all'inizio del XX secolo da Dilthey durante alcune ricerche di archivio, e successivamente pubblicati dall'allievo di questo con il titolo di “Scritti teologico giovanili”. Questi scritti gettarono nuova luce sulla formazione del pensiero di H, e portarono un rinnovato interesse nei suoi confronti.
Questi scritti mostrano il forte interesse politico-religioso di H, questo interesse nelle sue opere della maturità si trasformerà prevalentemente in interesse storico-politico. Qui l'autore si mostra a favore dell'idealismo di Schelling in quanto oggettivo e soggettivo allo stesso tempo.

-Fenomenologia dello spirito (1807)
È la prima grande opera di H, dove dichiara il suo disaccordo con la dottrina di Schelling

-Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio (1817)
Consiste nella più compiuta formulazione di H. Successivamente a furono pubblicate altre due edizioni con molte aggiunte, ed una terza postuma da parte dei suoi allievi.


IMPORTANZA
La riflessione hegeliana costituisce la fine della filosofia idealista, e sarà un elemento di confronto per le filosofie successive (per questo motivo si parla di filosofia post-hegeliana). H è il primo che presenta una visione della storia con una forte strutturazione filosofica (forse prima di lui si può dire che ci fosse stato Vico). Fondamentale per il suo pensiero sarà il confronto con Kant, Ficthe, e Schelling. Dopo la sua morte i suoi allievi si divideranno in destra e sinistra e pubblicheranno vari trattati ispirati alle sue lezioni universitarie.

IL GIOVANE HEGEL
Come già detto l'argomento degli scritti giovanili di H sono la politica e la religione, interesse influenzato dalla sua educazione profondamente ancorata alla religione, al suo interesse verso la Rivoluzione francese, ed al fatto che in Germania questi due temi erano particolarmente connessi per via della Riforma protestante, per cui la chiesa e i principati costituivano un insieme politico religioso omogeneo.

In questi scritti H afferma che i mutamenti storici dipendono dalla coscienza dell'uomo, infatti ritiene che le crisi politiche consistono nel venir meno di questa. Prendendo ad esempio la Rivoluzione francese H afferma che questa è dovuta alla scissione tra legalità e moralità.

Elemento responsabile di questa scissione sono le religioni positive (Il termine “positive” è di ambito giuridico e sta ad indicare quelle religioni strutturate nell'apparato istituzionale dogmatico), tra cui anche il cristianesimo.
Al cristianesimo H contrappone la religione popolare, cioè quella religione della fantasia e del cuore secondo una visione romantica, più precisamente ritiene che l'insegnamento di Cristo è derivante dall'amore e che quindi è naturale, mentre vede nella formazione dei primi gruppi cristiani (nella loro positività) un tradimento dei principi di Gesù, questo principalmente a causa delle influenze ebraiche su questi.

Nel suo scritto giovanile “Spirito del cristianesimo ed il suo destino” ripercorre la storia degli ebrei, e giunge alla conclusione che la religione ebraica è la prima a portare gli elementi della scissione che consistono in:
-Frattura tra uomo e Dio: poiché viene posto all'esterno del mondo ed estraneo alla natura e all'uomo.
-Frattura tra uomo e natura: poiché la natura viene concepita come ostile.
-Frattura tra uomo e uomo: rapporto minato dalla devozione verso il Dio.
Al contrario per H l'armonia del mondo greco rappresenta un contatto con la natura ormai perduto e non più recuperabile, poiché lo spirito ha ormai rotto i ponti con il passato. Dato che non è possibile tornare indietro H ritiene che si debba cercare una riconciliazione della frattura in modo cosciente.

LA DIALETTICA 
Illustrata nell'enciclopedia, consiste nell'attività dello spirito, ed è la legge per la comprensione della realtà.

Questi termini hanno tutti lo stesso significato:
Spirito=assoluto=ragione=idee
Assoluto=soggetto

Hegel fa una distinzione fondamentale tra ragione e intelletto:
-Intelletto: si ferma al principio di identità e di non contraddittorietà, trova il particolare dal generale, determina i prodotti e non coglie il produrvi.
-Ragione: supera le opposizioni e sintetizza.

Per H l'assoluto consiste principalmente nel “divenire”, e questa attività dello spirito coincide con la dialettica e struttura la realtà ed il pensiero. La deduzione dialettica ha una composizione triadica che si divide in:
  1. Tesi=in se=momento astratto intelettivo
    È fatto dall'intelletto e consiste nel porre qualcosa.

  2. Antitesi=per se=razionale negativo
    Svolto dalla ragione consiste nel capire che ogni determinazione esiste in relazione al suo opposto. (omni determinatio est negazio, Spinoza)

  3. Sintesi=in se e per se=positivo razionale=aufebung (in tedesco significa togliere e conservare al tempo stesso)
    Anche questo svolto dalla ragione consiste nel cogliere che queste determinazione opposte sono aspetti unilaterali di una realtà più ampia che li sintetizza entrambi.

Questi tre momenti non sono da considerare come facoltà mentali diverse ma differenti fasi e funzioni della ragione (poiché l'intelletto altro non è che la ragione privata del suo compito più alto, che quindi si limita alle distinzioni). Inoltre questo processo non va avanti all'infinito, altrimenti si cadrebbe nella “cattiva infinità”, ma ha un preciso punto di arrivo che è lo spirito.

CRITICA ALLE FILOSOFIE PRECEDENTI (prefazione alla fenomenologia dello spirito)
-Kant
H afferma che l'essere (la realtà) è necessario che si adegui al dover essere (alla razionalità) cosa che in Kant era impossibile, inoltre H critica a Kant la pretesa di voler indagare la facoltà del conoscere prima di procedere a conoscere “d'imparare a nuotare prima di buttarsi in acqua”.

-Romantici
Ai romantici critica principalmente il primato del sentimento, dell'arte, o della fede (poiché l'assoluto non può essere oggetto della filosofia), e l'eccessivo individualismo.
Nonostante ciò condivide alcuni punti con i romantici tra cui il tema dell'infinito (anche se lo considera in modo diverso). Critica loro soprattutto il così detto colpo di pistola.

-Fichte
A Fichte H critica il fatto di non porre una visione autenticamente soggettiva, che quindi possa assimilare l'oggetto al soggetto. Fichte considerando la natura come semplice ostacolo “esterno” all'io ha violato il dogma idealistico “tutto è spirito”, rischiando di ricadere nel dualismo kantiano di spirito e natura. Inoltre H lo accusa di aver ridotto l'infinito a meta ideale dell'io finito, in un processo senza termine che egli definisce infinità negativa

-Schelling
H critica a Schelling il fatto di aver concepito l'assoluto in modo adialettico, come un'unità indifferenziata e statica, da cui la molteplicità e la differenziazione delle cose derivano in modo inesplicabile, come una notte nella quale tutte le vacche sono nere.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO
Per fenomenologia H intende “il manifestarsi di qualcosa”, in questo caso significa il manifestarsi dello spirito nella storia. Qui espone come la coscienza arriva a comprendersi come ragione e realtà.
È un opera propedeutica, che espone il percoso della coscienza ( che è lo stesso dello spirito nella storia).

Per figura H intende una precisa determinazione storica di un momento.

Hegel distingue 4 momenti:
  1. Coscienza
  2. Autocoscienza
  3. Ragione
  4. Spirito
Ecco in cosa consistono:
  1. È il momento in cui domina la sensibilità, la certezza non è nell'oggetto ma nel soggetto (sono certo solo di quello che percepisco del resto non sono certo) mi affido alla percezione, per la quale l'oggetto è uno ma le qualità molteplici (questa connessione avviene tramite l'intelletto).

    La percezione ci fa capire che la certezza risiede nel soggetto, e nel momento in cui capisco questo, la coscienza diventa autocoscienza.

  2. Il primo livello dell'autocoscienza è il desiderio, l' autocoscienza trova l'oggetto, l'appetisce, e lo assimila, ma una volta soddisfatto l'appetito questo nasce verso un altro oggetto all'infinito.

    L'autocoscienza può trovare soddisfazione in quanto autocoscienza riconosciuta, ciò è possibile attraverso una lotta contro un'altra autocoscienza (non per l'oggetto, ma per il riconoscimento). Questa lotta finisce quando una delle due autocoscienze per il timore della morte si subordina all'altra rinunciando alla propria libertà. In questo modo nasce la figura del servo padrone. (In Fichte il riconoscimento aveva origine dal rispecchiamento e non dal conflitto).
    Paradossalmente l'autocoscienza del padrone si ritrova ad essere “dipendente” dall'autocoscienza del servo, che matura una sua indipendenza (raggiunta mediante il lavoro).
    Per H. la nascita della figura del servo-padrone è l'inizio della storia.

    Questo porta a due momenti che si identificano con due filosofie:
    -Stoicismo: Ultimo punto della filosofia greca, che coincide con l'indipendenza interiore.
    -Scetticismo: Ultimo punto della filosofia romana, che consiste in un indipendenza assoluta.
    H afferma che gli scettici si autocontraddicono, negando tutto ed allo stesso tempo pretendendo di dire la realtà.

    Il mancato raggiungimento di una libertà interiore porta alla coscienza infelice, che è contrassegnata dal dolore e deriva dalla separazione tra uomo e Dio (ci si trova nel medioevo).
    La coscienza vede che l'immutabilità è la sua essenza se non che si divide da questa e la pone al di fuori di se (alienazione della coscienza).

    Il rapporto tra coscienza e religione si esprime come:
    -Devozione del divino: un “ pensare musicale che non arriva al concetto”
    -Bisogno di fare: il credere che ogni cosa che si è capaci di fare è dono di Dio e la successiva (auto) umiliazione.
    -Ascetismo: si cerca di liberarsi dalla carne, è una completa negazione di se in favore di Dio

    L'uomo risolve l'ascetismo con le crociate, quando capisce che il santo sepolcro è vuoto e che Dio è in se. E così l'autocoscienza diventa ragione (rinascimento).

  3. La ragione è la certezza di essere ogni realtà, ma questa certezza va dimostrata.
    I momenti della ragione sono due:
    -Ragione osservativa: è la scienza e non va oltre il mondo organico. Consiste nella scissione tra soggetto e oggetto (rivoluzione scientifica)
    -Ragione pratica: è la moralità, è attiva, e consiste nell'attuazione dell'autocoscienza razionale mediante se stessa. (illuminismo)
    Il mondo deve essere realizzato attraverso uno sforzo individuale che si divide in tre momenti:
    -Ricerca del piacere: che l'essere umano scopre impossibile poiché il destino non lo permette.
    -Legge del cuore: corrisponde al periodo della storia che coincide con il Romanticismo, consiste nell'autocoscienza che cerca di opporsi al destino attraverso le leggi del cuore.-L'individuo, però, scopre che ogni individuo ha le proprie leggi del cuore in contrasto con quelle degli altri. Per questo motivo l'individuo pretende che le proprie leggi del cuore assumano valore universale (Rivoluzione francese).
  4. Spirito: guardare la sezione successiva.

ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE IN COMPENDIO


Gli argomenti esposti in questa parte non vanno considerati divisi dalla sezione precedente, ma come una continuazione di quest'ultima.
Logica = Metafisica
Pensiero = Essere

Si divide in tre parti:
  1. Logica
  2. Natura
  3. Spirito

1)È l'esposizione di Dio prima della creazione del mondo, consiste nella scienza dell'idea pura (del puro pensiero).
H. distingue quattro momenti all'interno della logica:
-Pensare ingenuo: si ritiene la realtà separata dal pensiero, e ci si basa sulla teoria del rispecchiamento (secondo cui il pensiero rispecchia la realtà).
-Empirismo: parte dalla certezza della sensazione, e considera la realtà ultima come un'incognita.
-(Kant si può considerare come una specie di terzo momento, anche se H. lo definisce come il più estremo degli empiristi).
-Romanticismo: passaggio da soggetto ad oggetto meditante, questo passaggio consiste nel salto intuitivo ( o come diceva H. “colpo di pistola”)

La logica si divide a sua volta in:
A) Essere
B) Essenza
C) Concetto

A) Secondo H. qui sorge il problema del cominciamento (secondo cui la causa deve essere interna). Si può dire che “l'essere” ed il problema del cominciamento coincidono: partendo dall'essere puro (privo di determinazioni) si passa all'essere nullo, in questo passaggio si evidenzia il divenire, e proprio il divenire ci conduce all'essere determinato, che è il rapporto tra quantità e qualità.
Purtroppo questo passaggio da essere ad essere potrebbe far ricadere nella cattiva infinità (come nella filosofia di Fichte).

B) La cattiva infinità si risolve passando alla logica dell'essenza (ciò che era l'essere) , l'essenza può essere considerata come uno sprofondamento dentro l'essere. Qui H. affronta i principi della logica aristotelica (principio di identità e non contraddizione, e del terzo escluso)-

C) Il concetto consiste nel manifestarsi come libertà dell'idea, è il porsi altro da se rimanendo se stessi. Anche il concetto si divide in 3 momenti:
-Giudizio: attribuzione di un predicato ad un soggetto (nella copula); un automovimento del concetto porta al giudizio.
-Sillogismo: l'unione di giudizi particolari, universali ed individuali (sintesi tra universale e particolare).
-Idea: il sillogismo porta all'idea.

2) La Natura da H. è intesa goethianamente e schellinghianamente (ovvero come un organismo con un fine immanente), anche se ha una funzione fichtiana (ovvero di allenamento dell'idea). La Natura consiste nel concetto di altro di se, nell'alienazione dell'idea.
Anche questa si divide in tre momenti:
-Meccanica: esteriorizzarsi dell'idea di spazio-tempo
-Fisica: si riferisce alla qualità della materia, e con il chimismo si passa alla fisica organica.
-Fisica organica: studio degli organismi. Importante è il fatto che H. considera la Terra come entità geologica, quindi come una specie di organismo, questa è la premessa per passare alla vita biologica. La Natura riproduce l'identico, quindi gli animali sono particolarità espressione dell'universalità. L'animale non è un'individualità poiché non ha la coscienza.

I gradi della Natura, differentemente da quelli dello spirito, permangono.

3) L'idea nasce più forte dalla Natura e si passa allo Spirito. Lo spirito risolve l'alterità della Natura.

Lo spirito si divide in:
A)Soggettivo
B)Oggettivo
C)Assoluto
A) Lo spirito soggettivo a sua volta può essere suddiviso in:

-Anima = antropologia -----> Primo albeggiare della coscienza e introduce le differenze legate al luogo ed al clima. L'anima si distingue in tre fasi infanzia, maturità, e vecchiaia.
-Fenomenologia (piccola) = coscienza -----> Spiega come la coscienza diventi ragione
-Psicologia = spirito libero -----> Unione di ragione teoretica e ragione pratica. Si sviluppa il concetto di libertà universale (nello spirito libero), questo è astratta evanescenza. Quando la libertà diventa mondo entra nello spirito oggettivo (B).

B) Lo spirito si divide in:

α)
Diritto astratto
β)
Moralità
γ)
Eticità

α) Si ispira al
diritto romano, l'individuo diventa persona giuridica (opera importante è “Lineamenti della filosofia del diritto”).
La libertà diventa mondo poiché prima la persona l'applica su un oggetto esterno (possesso) ma questo possesso non è garantito fino a che non c'è un riconoscimento degli altri (proprietà).

Attraverso il contratto la persona giuridica aliena la propria volontà sulla cosa esterna, il contratto deve comprendere anche la negazione di se stesso, e quindi si passa al diritto contro il torto. Nasce la pena che ha la funzione di ridare la dignità a colui che ha infranto ciò che prevedeva il contratto, ma questo è possibile solo con il riconoscimento della propria colpa.

β) Si passa ad una dimensione più soggettiva e quindi alla moralità (massima espressione della soggettività) infatti da persona giuridica si diventa soggetto morale.
La moralità conduce alla contraddizione tra essere e dover essere.

γ) L'eticità è l'accordo tra legge e libertà ( eticità divenuta mondo esistente possibile solo attraverso le istituzioni).
L'eticità si divide in 3 parti:

-Famiglia: è l'unità naturale che diventa spirituale per mezzo del matrimonio (se nato dall'amore). Compito della famiglia è dare ai figli una seconda nascita spirituale. Crescere figli che si emanciperanno per formare un'altra famiglia.

-Società civile: Stato esteriore di necessità poiché l'uomo deve soddisfare i suoi bisogni immediati in modo mediato (ciò è permesso attraverso la divisione lavoro), per questo motivo l'economia è la dimensione fondamentale della società.
Il sistema di polizia è la garanzia della società civile ( in teoria esiste il diritto astratto, anche se nella realtà il sistema di giustizia dipende dalla società).
Le corporazioni sono una seconda famiglia a cui si appartengono gli individui che fanno lo stesso lavoro ( fondamentale per H. è la corporazione dei funzionari).
Corporazioni e polizia sono mediazioni tra la società civile e lo stato.

-Stato: la moralità diventa diritto ed istituzione. La legge è la determinazione della libertà oggettiva.
Le istituzioni svolgono la sostanzialità etica delle leggi. 
Lo stato non può garantire la dimensione privata della società ( poiché H. è contro il liberalismo).
Lo stato non nasce dall'accordo tra cittadini ( H. è contro il contrattualismo democratico).
Lo stato deve dare senso alla società.
Lo stato ha le stesse finalità dello spirito del popolo.
La costituzione incarna la sostanza etica. Le costituzioni per H. non si fanno si svolgono. Queste rispondono alla spirito del popolo.
Lo stato non può essere subordinato alla volontà individuale e i poteri devono essere distinti ma non separati.
La forma di stato migliore per H. è la monarchia costituzionale prussiana.
Il monarca rappresenta il tutto ad egli spetta l'ultima decisione (in realtà mette solo i puntini sulle i).
Le corporazioni sono parte dell'assemblea, mentre la polizia fa parte del governo.
Nel diritto esterno (politica esterna) H. si oppone alla “pace perpetua” di Kant, infatti ritiene impossibile la pace, e che gli stati si possono relazionare attraverso trattati, ma che solo la storia può decidere i vincitori attraverso la guerra. Quando le civiltà sono in decadenza per H. è giusto che vangano sottomesse dalla civiltà più forte.

Individui cosmico storici ----->Uomini, che partendo dalle proprie passioni, realizzano nella storia il disegno dello spirito unificando individuale e universale.

H. distingue tre momenti della storia:
-Orientale: dove solo uno è libero.
-Romano-Greco: dove alcuni sono liberi.
-Cristiano germanico: dove tutti sono liberi ( per H. questo periodo è associato al sentimento del gemut, che è il sentimento della propria interiorità in funzione dell'indipendenza).

In Africa H. afferma che c'è solo un albeggiare dello spirito poiché la forza della natura è troppo potente.

Per H. la filosofia arriva troppo tardi e quindi non può dire come dovrebbe essere il mondo ma cosa può concludere il senso del presente.

C)Spirito assoluto: l'idea è certa della sua assolutezza e infinità, e sa che non c'è niente oltre lo spirito.
Ecco i temi fondamentali di questa sezione:
Arte: conosce lo spirito assoluto mediante l'intuizione sensibile, poiché presenta in modo intuitivo identità tra oggetto e soggetto. Si distinguono tre momenti:
-Arte simbolica (orientale): in cui la forma è più importante del contenuto.
-Arte classica: dove c'è un equilibrio tra forma e contenuto (con la nascita della figura umana).
-Arte romantica: in cui il contenuto è più ricco della forma.
Con l'arte romantica H. capisce che l'arte è inadeguata ad esprimere l'assoluto poiché utilizza una forma finita.

Religione: conosce lo spirito attraverso la rappresentazione, sposta l'assoluto dall'oggettività dell'arte all'interiorità del soggetto.
H ritiene la rappresentazione una via di mezzo tra intuizione e concetto.
Con la religione, però, si mantiene una certa distanza tra il soggetto e l'assoluto (poiché il fedele non può diventare Dio).

Filosofia: apprensione del concetto, l'unica che conosce l'assoluto nella sua vera forma del concetto. Per H. filosofia e storia della filosofia coincidono.

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